Il Nero.
Lentamente, caduta nel tuo specchio.
Mantengo la mia posizione, come un astro, come un monte.
Tu porpora nelle pieghe e acqua nelle valli.
Inizia a fare male la curva delle mie spalle.
“Accendi la luce.”.
E sei terra di carta bianca.
Io un bracciante che ti germoglia il ventre.
Ti avrei bevuto il sangue.
Leccato le viscere.
Ingoiato le ciglia come medicine amare.
Gemma, che tutto può, come il Padre loro.
E il mezzogiorno con i suoi spruzzi di fuoco negli occhi.
Tu lo sapevi che l’aria cadeva dalle scale
e che sarei rimasta in piedi, morta.
Ricordati di me. Del mio esserti serva.
Quando la pelle sarà olio secco sulla tela.
Quando sulla punta della tua lingua nessuna parola potrà proseguire,
fino a quella testa che pesa nelle mie mani,
che è la terrazza di pietra nera su cui finivano i miei voli.
Ho dieci anni di fumo e di mani tra le cosce da ridarti.
Sei andata via da te stessa, mentre gonfiavo di piacere le tue vocali.
Poi io ho perso il coraggio.
E il rosario del tuo seno l’ha recitato il passato.
Luciana Manco
Ph. Theo Gosselin
3 Replies to “Il Nero.”
stupenda, è ciò di cui mi piace scrivere
Grazie mille Luigi. <3 vorrei leggere qualcosa di tuo.
Quello che hai scritto mi ha fatto pensare a questo:
http://luigilosmilzo.blogspot.it/2009/07/simbiosi.html
http://luigilosmilzo.blogspot.it/2011/03/starbust-ancora.html