L’altezza.
Quando i tuoi occhi apparivano all’altezza dei miei. Non erano questi presagi neri, lontanissimi, che vedo ora. Non erano questi semi di vetro conficcati nella mia terra, che io annaffio di “torna” e che mi sbocciano di “mai”. Questi resti della festa, i carboni fumanti, i crampi nelle cosce mentre corro via da te. Non …
Una piccola guerriera.
Potrei passare notti intere a chiedermi se la rosa secca sulla tua mensola ricorda la mano che l’ha strappata dal cespuglio. Se la odia per averla avvicinata alla morte, o se la ama, per averle dato il compito di diventare un ricordo tuo. Una piccola guerriera che si immola, per un momento di gioia che …
L’ago.
Penso di esserci riuscita, di aver sfilato l’ago conficcato in pieno petto, che mi cuciva notte e giorno alla tua porta. Ed ora cosa sono? L’unica chiave nel tuo mazzo che non apre niente. Un ciglio nero sulla federa del cuscino. Un nome che non chiami quando è pronto il pranzo. Sono la gruccia vuota …