Tutti.

Tutti.

Hai il mare ad un passo ma tu cadi sugli scogli.
Così ti senti.
Perché osi correre su questo elettrogramma.
Perché sei vivo, troppe volte vivo.
Come uno di sette mesi nella pancia.
Siamo gli stessi di tutti.
Tutti siamo tutti.
I fruttivendoli e i domatori.
Le puttane sui marciapiedi.
Che accendono ricordi nei bidoni.
Che spingono i dolori nelle vagine.
E tremano di freddo ma lo sanno solo i cani.
Come ci siamo ridotti.
Come siamo ridotti.
Convertiti, resi. Costretti.
Puttane. Noi. Tremanti.
Che firmano contratti con le lingue.
Così. Come acne sul viso del mondo.
Morti.
Afflosciati su divani sgonfi.
Amanti di amanti.
Infami.
Non dirmi cosa devo fare.
Non dirmi cosa devo fare.
Per essere me, per essere un senso generale.
Per essere ciò che non è un coglione.
io mi tuffo nel mio sangue e so chi sono.
Le mie madonne non sanguinano mai.
Le mie madonne non piangono mai.
Si bagnano solo tra le gambe.
Mi sprecano il fiato, mi ammazzano.
Pregano me, pregano me perché posso aiutarle.
Con le mie dita, con la mia bocca.
La mia fatica non mi ricompensa mai.
Il mio impegno non mi ricompensa mai.
Io sono l’undicesimo comandamento.
Che tu tradisci ogni giorno.
Che tu non conosci. E che tradisci. Non conosci. E che tradisci.
Sono la vedova di tuo marito.
Il no.
Non ho ambizioni.
Non ho novità.
I miei sogni sono porno
E le mie ninfe hanno il ciclo.

Luciana Manco
Ph. Stefania Mariposa D’Ambrosio

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