Il mondo silenzioso.

Ora parlami della fiducia, mano.
Tu che hai toccato il gobbo della vecchiaia d’animo e la sfortuna.
Parlami di quello che uno sguardo può leggere da lontano.
Quando ciglia di passato sfocano l’orizzonte.
Dimmi in cosa credevi quando credevi, mano.
Cosa hai nascosto nel pugno che hai accarezzato.
Che hai scagliato contro di me, che hai graffiato.
Dimmi quanti nomi ti hanno attraversata,
come vene senza sangue e brividi fermi.
Dimmi cosa si prova nel paradiso degli inferni.
Chi ti ha illusa, chi ti ha stretta, chi ti ha schiacciata, mano.
Mentre eri aggrappata al filo tremante della speranza.
Dimmi quali tormenti hai visto che non ti appartenevano.
Quante lacrime hai asciugato che erano tue, che non vedevi.
Dimmi il cieco dolore senza contorni, dimmi la consistenza della perdita.
Parlami di ogni singolo contatto, delle labbra, delle punte delle dita.
Dei capelli come stelle da contare, mano.
Dei colpi che hai parato e mai dato.
della rabbia che hai conficcato in fondo al cuore.
E tra le righe…della penna che hai impugnato, della carta che hai stracciato.
Dimmi che sapore ha la pelle di quel viso che non ho visto andare via.
Dimmi quanto grande è la dolcezza della nuca di un bambino.
Parlami del mio viso che nascondevo. Del sorriso che proteggevo.
Delle scarpe che ho allacciato, di ogni mio passo che mi ha riportata qui.
Parlami delle febbri, delle coperte che ho logorato.
Dell’acqua fresca che ho bevuto e che non mi ha mai dissetato.
Parlami dei lacci, quelli inesistenti degli impedimenti.
Dimmi della perversione, della lingua che ti ha parlato.
Dimmi dei denti, dei dolori che hai trattenuto.
come sacchetti della spesa strappati sul fondo.
Dimmi quanta strada hai fatto prima di mollare la presa.
Mano. Dimmi. Parlami. Del mondo silenzioso dei muti e degli assenti.
Ph. Amanda Charchian