Corteo.

Corteo.

Imbattersi in un corteo di studenti. Ricordare. Non so se imbarazzarmi o commuovermi per quella fase primordiale del sognare, che era anche mia, che è uscita squarciata anche dalla mia voce. Prima rifiutare, poi fondersi. Prima tagliare l’aria con braccia tese e aste di bandiera. Poi passare lì in mezzo quatta come una talpa, dire “scusate”, e non sentirmi mai abbastanza “perdonata” per aver rinunciato al dire in cambio del fare. Mentre io i desideri me li cucio da dentro, loro li inchiodano al cielo.

Ph. Mira Nedyalkova

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